Intervista a Salvatore Inicorbaf, capo dell’Ufficio Analisi Forensi e Relazioni Peritali dello Studio Spinapolice & Partners
Se i tribunali hanno potuto accertare la responsabilità della banca depositaria nel caso IBS Forex, è perché qualcuno ha ricostruito passo dopo passo i flussi di denaro, i ruoli e le omissioni. Dietro ogni sentenza favorevole ai risparmiatori c’è stato il lavoro dell’Ufficio Analisi Forensi e Relazioni Peritali dello Studio Spinapolice & Partners, guidato da Salvatore Inicorbaf. Con lui ripercorriamo i tratti salienti di un’operatività che, sotto la promessa di rendimenti elevatissimi, nascondeva un meccanismo abusivo e rischioso, reso possibile solo dall’appoggio della banca depositaria.
Intervista
D. Inicorbaf, che cosa avete scoperto analizzando il sistema IBS Forex?
R. Abbiamo ricostruito una catena di passaggi tanto semplice quanto pericolosa. Procacciatori porta a porta convincevano famiglie e piccoli risparmiatori a investire, aprivano conti correnti seduta stante e facevano firmare lettere di vincolo che autorizzavano IBS Forex a prelevare con giroconti. Da lì i soldi confluivano sul conto aziendale e poi verso un broker estero. Dall’estero raramente rientravano: i pochi flussi servivano solo a illudere gli investitori e a spingerli a versare ancora. Abbiamo trovato prove di report falsi e di un sistema che non aveva nulla di autorizzato.
D. Quale ruolo hanno avuto le banche depositarie?
R. Un ruolo decisivo. Non parliamo di semplici spettatori: gli istituti hanno agevolato l’apertura di conti fuori sede, non hanno vigilato su flussi anomali e non hanno attivato gli obblighi antiriciclaggio, nonostante nelle loro casse fossero transitati oltre 60 milioni di euro. Senza questa copertura bancaria, IBS Forex non avrebbe mai potuto operare. Le sentenze lo hanno accertato chiaramente.
D. Quanto è stato complesso il lavoro del vostro Ufficio?
R. Molto. L’Ufficio Analisi Forensi e Relazioni Peritali ha svolto un’attività investigativa capillare: abbiamo tracciato i movimenti dei capitali, analizzato documenti bancari, ricostruito i percorsi patrimoniali e redatto relazioni che i giudici hanno considerato decisive. Non si tratta solo di numeri: è stato un lavoro di anatomia finanziaria, che ha messo in luce come il sistema funzionava davvero.
D. Quanto hanno pesato le vostre perizie nei processi?
R. Sono state determinanti. Le nostre ricostruzioni hanno mostrato al giudice come le operazioni non fossero semplici intermediazioni in cambi, ma veri derivati abusivi, attività riservata a SIM e banche. Questo ha fatto emergere la responsabilità diretta della banca depositaria. In pratica, i nostri report hanno dato corpo tecnico a ciò che i risparmiatori intuivano ma non riuscivano a dimostrare.
D. Oggi, cosa direbbe a chi è rimasto coinvolto in IBS Forex?
R. Direi che la verità tecnica è ormai emersa e che i tribunali l’hanno riconosciuta. Il nostro lavoro ha contribuito a creare un solco giurisprudenziale solido. Chi decide di unirsi alle azioni collettive che lo Studio sta ancora predisponendo entra in un percorso già validato da prove, analisi e sentenze.