ANNO XII - &MAGAZINE - 

2018 anno zero per i risparmi.

2018 anno zero per i risparmi.

L’anno che sta per concludersi potrebbe far registrare un triste record negativo per i risparmiatori, ai quali non resta ormai che confidare in un parziale quanto improbabile  recupero da qui al 31 dicembre.

Tutti i principali mercati di investimento -azioni, obbligazioni, oro, petrolio, ecc.- sono in forte perdita. Il contesto così complesso rende molto difficile anche per i gestori estrarre valore dagli investimenti finanziari.

“Una combinazione eccezionale che non ricordo da almeno 20 anni. Vedere l’andamento simultaneo di tutte le principali classi di investimento in ribasso è sicuramente un evento raro sui mercati finanziari” afferma Massimo Terrizzano, top manager di BNP Paribas Asset Management. Una sorta di tempesta perfetta che, salvo un clamoroso recupero nella manciata di giorni che mancano al 2019, ha letteralmente travolto il patrimonio degli investitori finanziari a livello globale.

Spiega inoltre Terrizzano: “Siamo in un contesto in cui il mercato azionario si sta preoccupando per le prospettive di un rallentamento economico sempre più marcato. E allo stesso tempo le obbligazioni, gonfiate da anni di politiche espansive delle banche centrali, non stanno funzionando come paracadute, come solitamente accade quando le azioni scendono. E’ saltata la correlazione inversa che storicamente lega azioni e bond e così i risparmiatori stanno perdendo su entrambi i fronti. Oltre che sulle materie prime”.

Da inizio anno,  infatti, l’indice globale delle azioni evidenzia un -5%, delle obbligazioni un -3%, il petrolio (Brent) è in calo del 10 % e persino l’oro, considerato bene rifugio per eccellenza,  registra un -5%.

Come tutelare, allora, il proprio portafoglio da ulteriori ribassi, data la forte volatilità dei mercati?

Terrizzano risponde che difficilmente sarà possibile un  parziale  recupero nel quadro generale di incertezza sulle prospettive di fine anno e per il 2019.  “Perché questo accada, ci dovrebbero essere due sorprese: la prima delle banche centrali, Fed e Bce in primisi, che segnalino in maniera convincente che sono già pronte a rivedere in senso più accomodante le proprie politiche. La seconda sorpresa sarebbe la fine dello scontro in corso tra Usa e Cina sui dazi, al momento sempre più incerta considerato anche la vicenda Huawei. in caso contrario, ci sarebbero ulteriori margini di ribassi per l’azionario. Ai risparmiatori consiglio di posizionarsi su titoli di Stato  di buona qualità, su scadenze medie dai 3 ai 5 anni, perché potrebbero beneficiare di un appoggio delle banche centrali”.

In un contesto così negativo, unico dato positivo è stato, per chi ha investito su asset in dollari, visto il +6% nei confronti dell’euro da inizio anno. Ma, come spiega Fabiola Banfi, responsabile investimenti di Valeur a.m., “non è detto che dal cambio arrivi lo stesso bonus anche per il 2019. E’ vero che il dollaro è favorito dal differenziale dei tassi tra Usa ed Eurozona, ma è probabile che il cambio si mantenga stabile. A mio avviso, però, c’è un eccessivo pessimismo in questo momento sull’azionario. Nel 2019 sarà possibile estrarre valore, ma solo attraverso un’attenta selezione delle singole società che si dimostreranno resilienti al rallentamento. Per questo motivo siamo usciti dai settori ciclici, in particolare tecnologia e poi auto. mentre consigliamo i settori difensivi, come il farmaceutico e quello dei beni di prima necessità”.

In uno scenario tanto incerto, ai tanti risparmiatori non resta che sperare e tenere d’occhio attentamente  i mercati, avvalendosi di consulenti  finanziari affidabili e preparati.

 


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