Il nuovo anno inizia con pessime notizie per i piccoli azionisti della Popolare di Bari. che avevano sperato nella rapida trasformazione della banca in società per azioni.
Infatti, alla decisione del Consiglio di Stato di rivolgersi alla Corte Europea (v. anche nostro precedente articolo del 4/11/2018) si è aggiunto l’emendamento votato in Finanziaria, che consente alle Banche Popolari di Bari e di Sondrio di posticipare la trasformazione in SpA.
Dal Governo spiegano che è stata una “scelta tecnica dovuta” stante il parere di Bruxelles in sospeso; comunque la norma è stata votata da tutti, eccetto il Partito Democratico.
Questo ulteriore stallo si aggiunge alle preoccupazioni dei piccoli azionisti che attualmente, ricordiamo, si ritrovano un pacchetto azionario deprezzato del 75% e, nella sostanza, invendibile.
Negli ultimi giorni del 2018, peraltro, la Popolare di Bari aveva dovuto affrontare anche le improvvise dimissioni dell’amministratore delegato Giorgio Papa, a sostituire il quale il presidente nonché dominus della banca Marco Jacobini aveva richiamato Vincenzo De Bustis, già direttore generale dell’istituto pugliese dal 2011 al 2015. Un nome controverso, anche per la vicenda Tercas, una acquisizione ancora sotto inchiesta della Procura, che indaga gli Jacobini e alcuni vertici della banca (proprio negli anni in cui era direttore generale De Bustis) per truffa, ostacolo all’attività della banca d’Italia e false dichiarazioni nel prospetto informativo depositato alla Consob.
Un fatto strano ci colpisce, comune denominatore di questa ed altre vicende bancarie degli ultimi giorni, ad esempio Carige: il balletto di nomi dei soliti noti ai vertici degli istituti in grave difficoltà.
Così, nonostante inchieste, sanzioni, presunti favori ad alcuni azionisti a danno di altri, rinvii politici e non e “nuove” nomine, il processo di ristrutturazione di Banca Popolare di Bari prosegue e il timore, quasi certezza, di un nuovo imminente aumento di capitale, con conseguente ennesima svalutazione delle azioni, incombe sui piccoli azionisti.
L’ennesima speranza tradita, l’ennesima attesa, i rischi, la rabbia… i piccoli risparmiatori-azionisti, sostanzialmente impotenti, attendono ancora.