I correntisti Intesa San Paolo migrati in Isy Bank sollevano dubbi sull'operazione per comunicazioni carenti e segnalano all'Autorità Garante e all'Antitrust.
Arrivano esposti all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l'antitrust, affinché indaghi sulle modalità con cui Intesa Sanpaolo ha comunicato il trasferimento di migliaia di clienti a Isybank, banca solo digitale che fa parte dello stesso gruppo, non ha filiali sul territorio e neanche l'internet banking da web: l'operatività viene gestita solo dall'applicazione mobile.
Clienti Intesa Sanpaolo trasferiti forzatamente a Isybank: sorpresi e inferociti
La comunicazione originale di Intesa Sanpaolo risale alla metà di luglio; i correntisti avevano tempo fino a settembre (in alcuni casi fino al 30 settembre) per contattare direttamente Intesa Sanpaolo e provare a impedire il passaggio, nel caso in cui non si fossero riconosciuti nell'identità di cliente "prevalentemente digitale": con cui Intesa Sanpaolo ha identificato le persone che non effettuano abitualmente operazioni in filiale, in pratica, e perciò ritenendole più adatte a un conto interamente digitale.
Queste persone saranno trasferite automaticamente a Isybank nei prossimi mesi, anche se potranno richiedere, in un secondo momento, di tornare in Intesa Sanpaolo, ma con un processo più complesso del trasferimento inverso iniziale.
L'avviso della modifica unilaterale del contratto è stata fornita da Intesa Sanpaolo secondo i canali preferiti dall'utente: significa che chi ha scelto l'email, ha ricevuto la comunicazione via email; chi invece ha preferito gli avvisi in app, ha ricevuto un avvertimento nell'applicazione, in mezzo però a tanti altri avvisi, spesso secondari, che vengono inseriti nello stesso archivio.
"Per quanto Intesa Sanpaolo abbia inviato l'informativa in base alle modalità che il correntista aveva scelto come canale preferenziale, chiediamo all'antitrust se per una comunicazione così rilevante, che non rientra certo tra i consueti avvisi che solitamente si ricevono, fosse sufficiente la modalità scelta dall'istituto bancario e se poteva valere il silenzio assenso, come se fosse una semplice modifica unilaterale del contratto", ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, che ha posto l'accento anche "sull'opportunità di trattare in questo modo migliaia di clienti".
Fonte: DDAY - Massimiliano Di Marco - Link