ANNO XII - &MAGAZINE - 

Risarciti per la maxi truffa del promoter finanziario ma ormai sono morti.

Risarciti per la maxi truffa del promoter finanziario ma ormai sono morti.

La Cassazione ha ribaltato le decisioni dei primi due gradi di giudizio e ha condannato in solido la banca a versare il denaro alle figlie della coppia raggirata.

Alcuni anni fa in qualità di promoter finanziario di una filiale cittadina di un noto istituto di credito nazionale aveva letteralmente depredato alcuni conti dei suoi clienti e per tali comportamenti illegittimi e illegali era stato condannato in via definitiva a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Le famiglie lucchesi che erano state truffate dall’uomo si erano costituite parti civili nel processo penale che aveva rimandato poi al Tribunale di Lucca la quantificazione totali dei danni da risarcire.

Nei giorni scorsi una di queste famiglie a distanza di anni ha finalmente ottenuto dalla suprema corte di Cassazione la condanna in solido della banca alla restituzione di circa 170mila euro più interessi che in primo e secondo grado non era stata concessa. Un particolare per nulla secondario perché solo ora a distanza di anni avranno i soldi liquidati dalla magistratura dato che l’uomo non era risultato solvibile a differenza dell’istituto di credito che lo è senza ombra di dubbio. Termina quindi una lunga ed estenuante battaglia giudiziaria per la famiglia lucchese che era stata truffata dal promotore finanziario disonesto. La coppia raggirata però ormai è morta e il risarcimento andrà alle figlie.

Godranno della pronuncia favorevole della Cassazione i figli delle due vittime che nel frattempo sono decedute. Sul conto dei propri genitori erano state effettuate dall’imputato, per come emerge dal resoconto processuale e dalla sentenza della Cassazione pubblicata lo scorso 22 settembre con le relative motivazioni, condannato in sede penale per simili condotte anche nei confronti di altri clienti della sede centrale di Lucca dell’istituto di credito operazioni di investimento eccessivamente onerose e che di tale condotta dovesse rispondere anche il datore di lavoro. Il tribunale di Lucca aveva accolto parzialmente la domanda e aveva condannato il promotore finanziario al pagamento, in favore delle figlie delle vittime, di oltre centosessantamila euro, rigettando quella proposta nei confronti della banca. La corte d’Appello di Firenze nel 2020 aveva sostanzialmente confermato la sentenza di primo grado che aveva condannato l’uomo ma non la banca.

Gli eredi delle vittime hanno dunque rischiato di non essere mai risarcite di fatto stando l’insolvenza del promotore condannato. Ma i giudici di Piazza Cavour hanno invece accolto le loro istanze ribaltando completamente i verdetti di primo e secondo grado e rinviato gli atti ad altra sezione d’appello che dovrà tenere conto delle indicazioni degli ermellini che ritengono colpevole anche la banca che sarà quindi condannata in solido e sarà poi il soggetto che erogherà materialmente le somme. Si legge in sentenza: “L’accoglimento del secondo motivo di ricorso comporta l’assorbimento del primo, che riguarda l’ammontare delle somme da risarcire, e la cassazione della sentenza impugnata; in quanto sono necessari ulteriori accertamenti di fatto, la causa deve essere rimessa alla stessa corte di Appello di Firenze, in diversa composizione, che, nel procedere a nuovo esame, applicherà i principi di diritto sopra esposti, e procederà a regolare le spese del giudizio di appello e di questa fase di legittimità”. Ora gli eredi saranno risarciti.

Fonte: Lucca in diretta di Vincenzo Brunelli - 30 Settembre 2023 Link


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