Nei giorni scorsi, infatti, la stampa, in particolare il Corriere della Sera, ha riportato diverse indiscrezioni riguardanti un emendamento presentato dalla Lega alla Commissione Bilancio e Finanze della Camera, che avrebbe previsto un bonus fiscale tale da consentire a Carige di utilizzare immediatamente e integralmente le Dta (le imposte anticipate derivanti dalle perdite pregresse).
Dato che i Dta posseduti dalla banca genovese (700 milioni circa) superano il valore dell’aumento di capitale previsto (stimato in 630 milioni di euro), questa agevolazione avrebbe facilitato sicuramente il salvataggio dell’Istituto.
Nelle ultime ore, però, il quotidiano la Repubblica e poi molte altre testate riportano che il maxi sconto sarebbe sfumato perché il Ministero del Tesoro non sarebbe favorevole a concedere un beneficio così importante, che diminuirebbe il gettito fiscale proprio in un momento così delicato per i conti pubblici e in vista della manovra finanziaria prevista in autunno.
Il cosiddetto “emendamento Carige” avrebbe dovuto, tra l’altro, favorire l’aggregazione tra banche di medie e piccole dimensioni, per rafforzare il patrimonio di istituti di credito in crisi.
Ora apprendiamo che l’emendamento al d.l. crescita è stato ritirato e, come ha spiegato il relatore Giulio Centemero, «è in fase di lavorazione. C'è un dialogo con la Commissione Europea sugli aiuti di Stato. Ovviamente ci interessa», ma questa dichiarazione stride con i continui attriti tra Governo e Unione Europea sul tema dei conti pubblici.
Il Governo, per mezzo del viceministro all'Economia, Laura Castelli, ha confermato l’interessamento, mentre il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha dichiarato: "Ci aspettiamo sempre di avere una soluzione di mercato, spero non si arrivi mai alla ricapitalizzazione precauzionale". All’orizzonte, però, dopo il ritiro di BlackRock, non si vede alcun investitore.
Nel frattempo, i tre commissari della banca stanno avviando con i sindacati la procedura per la discussione del nuovo piano industriale presentato a fine febbraio. che, da contratto, dovrebbe essere conclusa entro 50 giorni. Dopo aver ricevuto tutte le autorizzazioni previste, i commissari starebbero in particolare formalizzando l'intenzione di concentrare sulla controllata Banca Cesare Ponti tutte le attività nel private equity dell'istituto.
Quanto agli esuberi di personale, in Carige sono attese ancora 350 uscite volontarie nell'arco del 2019, come da accordi già siglati dai rappresentanti dei lavoratori, legate al piano dell'allora a.d, Paolo Fiorentino. Di queste 50 sono già previste a luglio e 300 a dicembre. A questi bisogna aggiungere una riduzione di organico di 1.250 persone, prevista nel nuovo piano presentato a febbraio dai commissari straordinari, Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener, sulle quali non è ancora tecnicamente partita una trattativa. Si pensa che la svolta possa avvenire dopo la seconda metà di giugno.
Intanto, noi continueremo a seguire con attenzione le burrascose vicende dello storico istituto ligure.