ANNO XII - &MAGAZINE - 

Banca Popolare di Bari: Chi risarcirà gli investitori?

Banca Popolare di Bari: Chi risarcirà gli investitori?

Perché gli sportelli bancari ‘periferici’ non crollano? Parliamo di istituti di credito locali, quelli che hanno un raggio d’azione limitato ma esteso. E sì, nei tempi della globalizzazione e dei diktat della Banca europea che sollecita mal di pancia a popolo e incoraggia il fosforo dei movimenti populisti, il concetto del g-locale fatica a estinguersi e gli istituti di credito a carattere territoriale resistono.

E sono la fortuna (o il tesoretto, dato il tema) di istituzioni pubbliche, imprese private e piccoli risparmiatori che continuano a credere che il presente e il futuro sono rappresentati nei luoghi in cui sono nati e vivono. Ma anche le isole felici possono essere investite da tsunami giudiziari che minano ‘il buon nome della banca’ e che polverizzano i risparmi degli investitori. Quelli piccoli, chiaramente.

Ma andiamo con ordine e focalizziamo l’attenzione su uno degli ultimi eclatanti casi. Sul finire dell’estate è esploso il caso della Banca Popolare di Bari, il più grande istituto di credito del Mezzogiorno, finito sotto il mirino della Procura pugliese che ha visto poco trasparenti atti che avrebbero dovuto garantire lunga vita a uno sportello creditizio che conta sull’apporto di 70mila soci e che dà lavoro a 3.500 dipendenti.

Così sotto la lente degli inquirenti della polizia tributaria barese sono finiti documenti che attesterebbero prestiti anomali, bilanci in costante color rosso e una gestione che avrebbe favorito alcuni investitori rispetto ad altri. Le indagini sono scattate in seguito alle confidenze di una gola profonda, vale a dire di un ex funzionario allontanato dai vertici dopo che questo aveva scoperto una gestione irregolare nel periodo 2013-16 (quando la BpB acquisì la TerCas, la Cassa di risparmio di Teramo…), tant’è che l’accusa del procuratore Roberto Rossi è di quelle da brividi: associazione per delinquere, false dichiarazioni e truffa.

Ma d’altro canto è possibile far ‘fallire’ un’azienda che ha quei numeri e che in caso di crac certificato e sentenziato genererebbe con un effetto domino non difficile da immaginare il crac di un’intera regione? È quello che si sono chiesti con vigore i veri danneggiati, cioè gli azionisti della BpB, che hanno sollecitato un intervento risolutorio da parte del Comune di Bari e della Regione Puglia, il cui governatore è stato anche sindaco del capoluogo, Emiliano. Ma chi sono i piccoli azionisti che si sono riuniti per iniziative volte a tutelare i propri danari? Pensionati, perlopiù. Che ora hanno davanti la (lenta) strada del risarcimento danni e restituzione della somma investita. Adiconsum e Codacons invitano ad attendere il termine delle indagini da parte della magistratura barese. Ma intanto la rabbia e la frustrazione mista ad amarezza cresce. Al pari dell’attesa di un’altra parte territoriale d’Italia che si sente ‘‘beffata’ dagli sportelli bancari.

 


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