Non te lo aspetteresti mai. Ma il segno più è inequivocabile e più non mente. Gli istituti di credito italiano, tutti, nell’anno 2017 hanno fatto registrare grandi segnali in attivo.
Certo, c’è l’eccezione che conferma il trend straordinariamente positivo, ma è appunto una mosca bianca (Monte dei Paschi di Siena, per la precisione). Ma andiamo con ordine. UniCredit si conferma la prima della classe: dopo aver fatto registrare lo scorso anno una crescita oltre le più rosee aspettative, l’ultimo semestre –che abbraccia anche gennaio 2018- parla altrettanto chiaro coi 476 milioni di euro in attivo, con una crescita del 14%.
MedioBanca vive momenti di splendore con il suo utile record di 523 milioni (+23%), mentre Ubi torna in grande utile facendo registrare 690 milioni di euro di utili, colmando il gap in rosso degli 800 milioni bruciati nel 2016. Certo, Ubi nel 2017 ha inglobato le ‘good bank’ Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti, ma anche senza l’acquisizione della parte positiva avrebbe fatto risaltare il +188 milioni di euro.
Vivremo un 2018 in cui saranno erogati mutui a famiglie monoreddito e giovani coppie? O accesi finanziamenti a imprese che vogliono migliorare il proprio know how per non restare indietro nel mondo veloce dell’economia globalizzata?
Tra le note stonate ancora MpS. Infatti, la banca più antica del mondo ha fatto registrare una perdita di 3,5 miliardi di euro. Ma la voragine non toglie il sonno al ministro dell’economia Piercarlo Padoan, sebbene il passivo è aumentato dell’8% rispetto al 2016: per la banca a maggiore capitale pubblico servono altri anni per sorridere. A spese dei contribuenti.